La zona di produzione dell'”Arancia di Ribera” comprende le aree della Provincia di Agrigento ricadenti nei Comuni di Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montallegro, Ribera, Sciacca, Siculiana e Villafranca Sicula e della Provincia di Palermo nel comune di Chiusa Sclafani.

Le qualità esclusive dell'”Arancia di Ribera” sono essenzialmente legate ai fattori ambientali: clima, terreno e acqua.
Gli aranceti, infatti, sono presenti sia ai lati dei fiumi Verdura e Magazzolo che sui versanti dei medesimi, dove la natura dei terreni è costituita da un alto contenuto di argilla tale che il terreno si crepacci durante l’estate.
Questi suoli, che appartengono all’ordine dei Vertisuoli e degli Inceptsuoli, hanno una grande potenzialità agronomica.
L’areale in cui viene coltivata l’Arancia di Ribera è una vera “oasi arancicola” totalmente distaccata dal contesto agrumicolo regionale. La particolare conformazione del territorio, e soprattutto gli effetti della presenza del mare, determinano condizioni termiche e igrometriche, durante l’anno, che ben si sposano con le esigenze ecofisiologiche dell’arancio. Assai raramente si verificano danni da calamità naturali (gelate, venti sciroccali) a carico della coltura.
Due importanti fattori legati all’ambiente di coltivazione sono rappresentati dall’ottima qualità delle acque di irrigazione, di composizione equilibrata, con bassa conducibilità e dall’assenza di inquinanti nell’aria e nel terreno.
Il territorio agricolo di Ribera ha rappresentato per molti decenni il punto di riferimento più all’avanguardia dell’intero territorio regionale ed in alcuni casi anche a livello nazionale per le capacità professionali delle maestranze, per le avanzate tecniche colturali messe a punto dai coltivatori, per la qualità delle produzioni ottenute, che continuano a riscuotere notevole successo.

Storia

Nella vallata del fiume Verdura documenti storici dimostrano la coltivazione di eccellenti produzioni di “melarance”, di arance vaniglia e di altri agrumi già a partire dagli inizi del 1800. Si descrive un territorio ricco e con acque dolcissime e prodotti che venivano trasportati a Palermo ed esportati fino in America. Altri documenti descrivono la presenza di arance ombelicate nel bacino del mediterraneo nello stesso periodo.
Quindi un’areale di coltivazione ricco ed eccellente, con diverse varietà tra le quali varietà ombelicale già a partire dal 1800.
Le prime piante di Brasiliano giunsero a Ribera acquistate da alcuni agricoltori riberesi a Palermo intorno agli anni ’30. La perfetta acclimatazione di questi aranci, l’abbondante produzione, l’eccellente qualità del frutto, spinsero gli agricoltori locali a propagare ed impiantare il Brasiliano nei loro campi in sostituzione degli aranci più antichi. La coltura andò affermandosi a poco a poco ma con continuità, tanto che nel 1940 investiva già 100 ettari e circa 6.350 nel 2000.
L’Arancia di Ribera trovò ben presto un centro di ideale diffusione lungo la vallata del fiume Verdura, grazie anche alla possibilità di attingere acqua per l’irrigazione. Ben presto la vallata si trasformò in un continuo aranceto.
L’ampliamento delle superfici coltivate ad arancio ebbe una forte accelerazione nell’ultimo quarto del secolo scorso, quando il Brasiliano di Ribera, già impostosi sui mercati in maniera distintiva, cominciò a diffondersi anche nei territori limitrofi a quelli classici.
Il principale attore di queste trasformazioni è stato sempre l’agricoltore, che ha saputo cogliere le caratteristiche e le condizioni ottimali dell’ambiente, acquisendo una capacità professionale unica, punto di riferimento per l’intero territorio regionale relativamente alla coltivazione degli agrumi e creando una ricchezza ed un paesaggio unici al mondo.