L’agrumicoltura siciliana entra nell’era 3.0: la filiera si aggrega, si confronta, propone idee e spunti di progettazione alle istituzioni e al mondo della ricerca scientifica, consapevole che l’innovazione di prodotto – e l’evoluzione di un approccio di squadra, dialogato e condiviso – sia il metodo migliore per uscire definitivamente dalla crisi.

Queste in sintesi le istanze indicate dalle associazioni di categoria Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, Agci), Fruit Imprese, Coldiretti e le industrie di trasformazione, riunite dal Distretto Agrumi di Sicilia insieme ai Consorzi di Tutela, a Roma, nella sede del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per programmare, secondo un criterio di concertazione e di condivisione di obiettivi e strategie, il futuro dell’agrumicoltura sia in Sicilia sia nel resto del Paese.

Una lista di “cose da fare” tracciata dagli stessi addetti ai lavori. Una rotta che sembra indicare una visione globale di politiche agricole che, se parte dal comparto agrumicolo siciliano, è certamente condivisibile per tutti i prodotti di qualità coltivati nel nostro Paese.

Al workshop, introdotti dalla presidente del Distretto, Federica Argentati (agronomo ed esperta in cooperazione), sono intervenuti il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe CastiglioneRosaria Barresi, assessore regionale all’agricoltura. Erano presenti Rosa Giovanna Castagna per Agrinsieme (sigla che riunisce Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, Agci), Alessandro Chiarelli per Coldiretti, Salvo Laudani per Fruit Imprese, Vilfredo Rajmo (Associazione industrie agrumarie del C.L.A.M) e Corrado Vigo, presidente dell’Ordine degli agronomi siciliani.

“Lo sviluppo della filiera agrumicola –  ha detto il sottosegretario Castiglione – deve muovere dall’adozione di nuove scelte condivise tra i vari attori. Ed è fondamentale avere un’unica mission da portare a termine in stretta sinergia tra Regioni e Governo nazionale utilizzando quegli strumenti della programmazione Ue 2014/20 che favoriscano l’aggregazione delle imprese e la promozione degli agrumi siciliani sui mercati”.

Per l’assessore all’Agricoltura della Sicilia, Barresi, “Il comparto agrumicolo sarà trainante per l’economia siciliana anche grazie al nuovo Programma di sviluppo rurale 2014/2020 che prevede misure a salvaguardia sia delle produzioni che della commercializzazione. Adesso bisogna far conoscere ad un consumatore globale sempre più interessato e attento, le qualità organolettichenutritive degli agrumi siciliani. Bene l’azione del Distretto degli agrumi grazie al suo presidente. Ma i produttori devonorafforzare la filiera per non vanificare le azioni di promozione e supporto della Regione. Trasformazionebio-innovazione, per valorizzare commercialmente ogni singola fase del circuito produttivo sino agli scarti, sono due parole chiave che troveranno sponda nelle azioni della Regione. Avvieremo tavoli tecnici di settore per una maggiore collaborazione con il Distretto e le categorie produttive”.

“Attraverso un metodo condiviso di lavoro e progettazione – ha dichiarato la Argentati – la filiera degli agrumi ridisegna il futuro del comparto e lo affida alle istituzioni, perché sappiamo cogliere le opportunità di un settore maturo e consapevole delle proprie potenzialità. Al Governo chiediamo la giusta attenzione per individuare le priorità delle imprese, sostenere e incentivare gli accordi interprofessionali e i progetti di filiera volti allo sviluppo e alla cura rispettosa del territorio”.

 

Le Proposte della Filiera agrumicola siciliana Distretto Agrumi di Sicilia, Consorzi di tutela, Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, Agci), Fruit Imprese, Coldiretti, Industrie di trasformazione

  • Intervento programmato e straordinario sulla Tristeza Virus
  • Monitoraggio delle superfici agrumetate, dei prodotti commercializzati e trasformati in Sicilia per quantificare il “Made in Sicily” e pianificazione della commercializzazione in Italia e all’estero
  • Interventi per la competitività: riduzione del carico fiscale e dei costi dei trasporti e dei mezzi tecnici in genere, sburocratizzazione, incentivi per l’ingaggio di persone svantaggiate per scoraggiare il caporalato, interventi straordinari di manutenzione degli impianti idrici
  • Meccanismi di tutela alle importazioni extracomunitarie
  • Innovazioni di prodotto e di processo anche a tutela dell’ambiente e della salute del consumatore
  • Cabina di regia nazionale finalizzata per interventi di ammodernamento e ricambio generazionale nelle aziende
  • Piano di intervento nazionale per la diversificazione produttiva e l’allungamento del calendario produttivo
  • Programmi di ricerca scientifica volti all’innovazione di prodotto e di processo coordinati tra i diversi centri di ricerca e tra questi e la filiera
  • Campagna di informazione nazionale sulle proprietà organolettiche degli agrumi siciliani e sulla provenienza territoriale
  • Sensibilizzazione ai temi: legalità, sviluppo sostenibile (Green & Blue Economy), commercio equo e solidale
  • Formazione specifica su cooperazione, marketing agroalimentare, comunicazione, lingue straniere
  • Incentivi per accordi interprofessionali nell’ambito della filiera e rinnovato sostegno a percorsi di aggregazione del comparto.