La mosca mediterranea (Ceratitis capitata) costituisce ancora una delle più gravi problematiche fitosanitarie nella difesa antiparassitaria degli agrumi, in particolare per le varietà precoci.
Ciò è stato evidenziato nell’introduzione dell’incontro tecnico su “Il controllo della mosca mediterranea sugli agrumi; strategie alternative alla lotta chimica” svoltosi il giorno 03 ottobre 2013, presso il Centro di Aggregazione giovanile” di Ribera (AG), organizzato dal dott. Giuseppe Pasciuta, presidente del “Consorzio di tutela dell’arancia di Ribera DOP”. Tale iniziativa ha fatto registrare una significativa partecipazione di agricoltori e portatori di interesse del comparto agrumicolo siciliano.
Come ricordato dal dott. Francesco Gagliano, dirigente SOAT di Sciacca, l’iniziativa si inserisce in quadro più ampio di attività che la Regione ha organizzato nell’ambito del programma di lavoro Agritrasfer-In-Sud, messo a punto da Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA) e Regioni meridionali; al riguardo ha esposto sinteticamente le attività già svolte nel comparto agrumicolo evidenziando e sottolineando l’interesse mostrato dai vari operatori. Ha, inoltre, reso noto che saranno realizzate ulteriori iniziative anche per le filiere di viticoltura e olivicoltura, a valle di un percorso di approfondimento su tematiche specifiche che il progetto Agritrasfer-In-Sud ha consentito di sviluppare.
Su questo fronte, il dott. Corrado Lamoglie del CRA e coordinatore del Progetto Agritrasfer-In-Sud, ha segnalato alcuni esempi positivi di percorsi condivisi tra i vari sistemi della ricerca realizzati in altri comparti produttivi nell’ambito dei modelli di lavoro Agritrasfer.
Il progetto Agritrasfer-In-Sud ha consentito di realizzare percorsi di trasferimento e adozioni di innovazione nelle diverse filiere di produzione attraverso strumenti di comunicazione a distanza (Comunità di Pratiche e piattaforma e-learning) e azioni di affiancamento tra ricercatori CRA e operatori regionali; tutto questo per ottimizzare i processi produttivi per i quali Regioni e tecnici locali hanno spesso manifestato necessità e fabbisogni specifici. Anche per la lotta alla C. capitata, sono state manifestate esigenze conoscitive rispetto alle quali si sono confrontate le diverse esperienze dei relatori. Al fine di inquadrare le problematiche connesse al controllo della mosca della frutta il dottorVittorio Lo Giudice, ha richiamato le conoscenze generali del carpofago e le influenze che subisce per i cambiamenti climatici ed altre variabili nell’ambito delle fasi di sviluppo.
L’intervento della dott.ssa Maria Rosaria Tabilio del Centro per la Ricerca per la Frutticoltura di Roma (CRA-FRU) invece, ha evidenziato come i risultati ottenuti dalla ricerca consentono di applicare strategie di difesa che riducono l’impatto ambientale con indubbi vantaggi per l’ambiente, gli operatori e i consumatori.
In particolare nella parte introduttiva, è stata posta l’attenzione su altri fitofagi ricorrenti sugli agrumi illustrandone i danni con brevi accenni su modalità di controllo ecocompatibili. Successivamente l’intervento è stato incentrato sul contenimento della mosca della frutta.
Dopo un attento sguardo alle varie strategie e modalità di difesa sperimentate in territori analoghi a quelli siciliani, quali la piana di Sibari e Rossano Calabro (trattamenti con bioinsetticidi, applicazioni di strategie di cattura massale con trappole idonee e tecniche attract&kill), e ai risultati ottenuti, grande attenzione è stata posta sulle nuove opportunità di ottimizzare l’efficacia dei controlli mediante l’uso della geostatistica per una difesa di precisione. A questo riguardo sono stati presentati i dati riferiti ad areali di studio, tra pescheti e agrumeti, di svariati ha di superficie, situati nella piana di Sibari e nell’agro romano. Dai rilievi settimanali e dall’elaborazione dei dati prodotti attraverso un particolare software, sono state definite delle mappe e dei grafici per un’attenta individuazione dei focolai presenti in specifiche aree dei frutteti indagati. Questo argomento ha riscosso un generale e rinnovato interesse degli intervenuti in quanto riflette la capacità della ricerca di fornire conoscenze e strumenti innovativi per limitare l’utilizzo di agrofarmaci.
Ulteriori esperienze di lotta sono state descritte dal dott. Enrico Sapienza (Dirigente U.O.S. AGRUMICOLTURA Regione Sicilia), intervenuto in sostituzione del dott. Francesco Ancona, Responsabile tecnico OP Agrinova Bio 2000 di Acireale. Nello specifico sono state illustrate alcune “Esperienze di campo della C.capitata in agricoltura biologica”e segnalati mezzi di difesa attualmente impiegati per il controllo e la lotta del suddetto carpofago, dal monitoraggio con trappole a feromoni, trappole che prevedono la cattura massale associata all’uso dello SPINOSAD (fermentazione batterica), prodotti a base di “argille” (caolino), fungo entomopatogeno (Beauveria bassiana) ed etilene.
Il dott. Sapienza ha infine richiamato le attività condotte nel progetto regionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Sicilia, in particolar modo in Sicilia orientale, dove sono state realizzate prove di controllo della mosca della frutta con il metodo dell’attract&kill (trappole Magned Med-pannelli in poliestere pretrattati con deltametrina e attrattivi alimentari) permettendo di valutare positivamente questo sistema di contenimento del fitofago e riscontrando danni significativamente inferiori rispetto a quelli dei testimoni non trattati. Dai risultati delle sperimentazioni, è stato riscontrato che la strategia di difesa che attualmente sta dando maggiori risultati è data da un sistema di riduzione della popolazione adulta del litofago, realizzato o mediante trappole bottiglia in pet, innescate con una soluzione di fosfato bi ammonico al 5%, oppure tramite l’utilizzo di trappole Magnet Med (attract&kill).
A conclusione dell’incontro è intervenuto il dottor Arrigo Pini, Responsabile tecnico L.E.A. srl Modena, che hapresentato un’ulteriore sistema che si avvale di trappole specifiche denominate CERA TRAP per il controllo della mosca della frutta. Esse contengono un formulato, sintetizzato da una società spagnola e costituito da una fase liquida concentrata a base di proteine idrolizzate con la capacità di attrarre gli adulti, in particolar modo le femmine (mass trapping). Questa strategia di lotta è stata sperimentata nei territori di Ribera e Sciacca, dai tecnici della SOAT di competenza, già da un anno e i risultati ottenuti su Naveline sono incoraggianti poiché la riduzione dei frutti con punture positive rispetto al testimone non trattato, è di circa il 70%. Fattori limitanti l’applicazione sono il costo, a volte elevato, e la difficoltà di applicazione su ampie superfici o di manutenzione e pulizie per usi pluriennali.