Con l’approvazione da parte della Commissione Agricoltura della camera del ddl sull’etichettatura obbligatoria, finisce l’era del falso anche per i prodotti trasformati ed in particolare per la frutta fresca trasformata (es. succhi di arancia). Finalmente sapremo quando beviamo le cosiddette “aranciate”, la provenienza del succo d’arancia utilizzato.Saranno i singoli decreti attuativi della legge a stabilire nel dettaglio le modalità di applicazione delle norme del provvedimento per ogni singola filiera. Si parte dalla filiera dei suini e del settore lattiero-caseario, per poi passare a settori più sensibili e complessi come, per esempio, quello della pasta e successivamente a quella della frutta trasformata.
Quindi per poter utilizzare nei prodotti agroalimentari il “made in Italy” diventa obbligatorio indicare su tutti i cibi nell’etichetta il luogo di origine o di provenienza degli ingredienti, dando informazioni chiare e precise ai consumatori su cosa consumano ogni giorno.I prodotti agroalimentari interessati dal provvedimento sono: pasta, carne di maiale e salumi, carne di coniglio, frutta e verdura trasformata, derivati del pomodoro diversi da passata, formaggi, derivati dei cereali (pane, pasta), carne di pecora e agnello, latte a lunga conservazione, tutti prodotti finora non etichettati da questo punto di vista. Ad oggi, infatti, l’indicazione di provenienza era presente solo su carne bovina, carne di pollo e derivati, frutta e verdura fresche, uova, passata di pomodoro, latte fresco, pesce, extravergine di oliva, miele.Ma non solo, anche la pubblicità dei prodotti non potrà essere ingannevole. La nuova normativa, infatti, prevede che per i prodotti alimentari le informazioni relative al luogo di origine o di provenienza delle materie prime agricole non debbano indurre in errore il consumatore.Il testo infatti prevede che l’origine degli alimenti dovrà essere prevista obbligatoriamente in etichetta e non potrà essere omessa anche nella comunicazione commerciale, per non indurre in errore il consumatore. Niente più pubblicità al succo di arancia con le immagini della Sicilia se viene utilizzato quello proveniente dal Brasile, come purtroppo spesso avviene.Finalmente un provvedimento di vitale importanza per il settore agricolo ed agroalimentare che garantisce la trasparenza dell’informazione sui prodotti alimentari, specie in un paese come l’Italia, forte importatore di materie prime.
Giuseppe PasciutaPresidente